La rottura delle acque è un evento naturale che indica l’inizio del travaglio e del parto in una donna in stato di gravidanza.
Quando il sacco amniotico si rompe, infatti, comporta la fuoriuscita del liquido al suo interno, con il conseguente inizio della fase del travaglio che condurrà alla nascita del bambino.
La rottura delle acque, in genere, avviene in modo assolutamente graduale, nel senso che la futura mamma avverte la perdita del liquido in modo limitato e ridotto, nel corso di qualche ora. In rari casi tuttavia, la rottura del sacco amniotico avviene improvvisamente, suscitando panico nella donna (non sempre peraltro la rottura è accompagnata dalle contrazioni uterine, nel senso che queste ultime possono arrivare più tardi o precedere la perdita del liquido).
Per evitare di andare nel panico, e capire come agire, è consigliabile prestare attenzione all’odore e alla frequenza delle perdite, in modo da andare subito in ospedale e monitorare l’andamento del travaglio con i medici.
Cosa fare in caso di rottura graduale delle acque
Se si ha il sospetto di rottura del sacco amniotico è necessario contattare il proprio medico, o il reparto ospedaliero di maternità.
Bisogna tenere conto che il parto comincia in genere dopo 12/24 ore dalla rottura delle acque, e per questo si consiglia comunque di intervenire tempestivamente (soprattutto nel caso in cui fosse presente del sangue nel liquido, o se quest’ultimo appare marrone o verde).
Se il liquido è in quantità molto ridotta, tuttavia, e si presenta chiaro e inodore, è possibile recarsi in ospedale con più calma, non ricorrendo in questo caso nessun rischio di sofferenza fetale.
Per recarsi in ospedale si consiglia di usare assorbenti sterili, al fine di fermare il liquido e mantenere la zona igienica (essendosi rotte le acque, infatti, il bambino è maggiormente esposto ai batteri, e per questo è importante indossare capi intimi puliti e assorbenti sterili).
Talvolta riconoscere il liquido amniotico dall’urina non è facile, anche se in genere quest’ultima ha un odore molto più intenso del primo, e si presenta più scura rispetto al liquido presente nel sacco amniotico (quest’ultimo si caratterizza per una consistenza identica all’acqua, in condizioni di normalità).
Come affrontare la rottura prematura delle acque
La rottura delle acque, in genere, si verifica nel nono mese di gravidanza, e come suddetto avviene nella maggior parte dei casi gradualmente (la donna può avvertire la perdita come una semplice sensazione di “bagnato”).
Talvolta, tuttavia, il fenomeno può verificarsi prima della fine del settimo mese di gravidanza, destando ovviamente preoccupazioni nella futura mamma (si tratta comunque di eventi rari ma per saperne di più è utile consultare newssalute.it).
In questi casi è necessario contattare il proprio medico immediatamente, e comunicare lo stato del liquido amniotico.
La prima cosa da fare è dunque verificare il colore, l’odore e la consistenza del liquido, perché quest’ultimo può dare importanti indicazioni sullo stato di salute del bambino (quando il liquido si presenta sporco, con tracce di sangue o striature colorate, infatti, potrebbe essere in corso una sofferenza fetale).
In ogni caso è importante mantenere il controllo, non andare nel panico perché soltanto i medici sono in grado di monitorare lo stato di salute del nascituro, decidendo, se necessario, di effettuare un cesare d’urgenza.