Il gas radon è un elemento radioattivo naturale che si forma dal decadimento dell’uranio presente in diversi materiali, come rocce e suolo. Invisibile, inodore e insapore, si infiltra facilmente nelle abitazioni e negli edifici attraverso crepe nei muri, pavimenti, e sistemi di ventilazione non adeguati. Essendo un gas nobile, è chimicamente inerte, ma la sua radioattività rappresenta un pericolo significativo per la salute umana.

In Italia, il radon è particolarmente diffuso in alcune regioni caratterizzate dalla presenza di rocce vulcaniche, come il Lazio, la Campania e la Lombardia. Tuttavia, la sua presenza può variare in base a diverse condizioni geologiche e strutturali, rendendo essenziale il monitoraggio regolare degli ambienti domestici e lavorativi. Insieme all’azienda Gruppo Res con i suoi consulenti in sicurezza sul lavoro.

I rischi per la salute associati al radon

Il rischio maggiore derivante dall’esposizione al gas radon è legato allo sviluppo di tumori polmonari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha classificato come la seconda causa principale di cancro ai polmoni, subito dopo il fumo di sigaretta. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha inserito tra i carcinogeni di gruppo 1, il che significa che esiste una solida evidenza scientifica della sua pericolosità per gli esseri umani.

Quando il radon viene inalato, le sue particelle radioattive si depositano sulle cellule del tratto respiratorio. Queste particelle possono continuare a emettere radiazioni, danneggiando il DNA delle cellule e favorendo, nel tempo, la formazione di cellule tumorali. Il rischio di cancro aumenta in base alla durata e all’intensità dell’esposizione. Le persone che vivono o lavorano in edifici con alti livelli di radon per lunghi periodi sono maggiormente esposte.

È interessante notare che l’effetto del radon è particolarmente amplificato nei fumatori. L’esposizione al radon combinata con il fumo di sigaretta può moltiplicare il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni. Questo rende la consapevolezza e il controllo dei livelli di radon una priorità, soprattutto per i fumatori.

Come viene regolato il gas radon: normativa e leggi

In Italia, il gas radon è regolamentato da leggi che mirano a ridurre l’esposizione della popolazione. La normativa di riferimento più recente è il D.Lgs. 101/2020, che attua la direttiva europea 2013/59/Euratom. Questo decreto legislativo stabilisce i limiti di concentrazione di radon negli ambienti di lavoro e prevede misure specifiche per monitorare e ridurre l’esposizione al gas.

Secondo la normativa, il limite massimo di concentrazione di radon negli ambienti di lavoro è fissato a 300 Bq/m³ (Becquerel per metro cubo). Questo valore deve essere controllato periodicamente, specialmente nelle zone considerate a rischio elevato. Qualora vengano rilevati livelli superiori al limite, è obbligatorio intervenire con misure di mitigazione per ridurre la concentrazione di radon.

Per quanto riguarda le abitazioni private, non esiste ancora un obbligo specifico di misurazione, ma è altamente consigliato effettuare controlli regolari, soprattutto in case situate in aree geologicamente predisposte. La Legge Regionale n. 21/2016 della Campania è un esempio di normativa locale che introduce misure specifiche per il controllo del radon nelle abitazioni e negli edifici pubblici.

Inoltre, il Piano Nazionale Radon (PNR), promosso dal Ministero della Salute, prevede una serie di azioni per la prevenzione e la gestione del rischio radon. Il piano stabilisce linee guida per la misurazione, la valutazione del rischio e le modalità di intervento per limitare l’esposizione al radon, sia negli edifici nuovi che in quelli esistenti  .

Come misurare i livelli di radon

Il primo passo per proteggersi dal radon è misurare la sua concentrazione negli ambienti in cui si vive o si lavora. La misurazione può essere effettuata attraverso dispositivi specifici, chiamati dosimetri, che vengono posizionati negli ambienti da monitorare per un periodo variabile tra pochi mesi e un anno. Questi strumenti rilevano la concentrazione media di radon presente nell’aria, permettendo di ottenere dati precisi sul livello di esposizione.

Esistono anche metodi di misurazione più rapidi, utili per una valutazione iniziale, ma per ottenere un risultato affidabile è sempre consigliato utilizzare dispositivi a lungo termine. La misurazione del radon dovrebbe essere eseguita da professionisti qualificati, in grado di garantire risultati accurati e di suggerire eventuali azioni correttive in caso di valori elevati.

Secondo gli esperti, la misurazione è particolarmente importante nei piani terra, seminterrati e scantinati, dove la concentrazione di radon tende a essere maggiore. In molti casi, gli edifici con un sistema di ventilazione inefficace o con crepe nelle fondamenta sono più suscettibili all’infiltrazione del gas.

Come difendersi dal radon: tecniche di mitigazione

Se la concentrazione di radon rilevata supera i limiti di sicurezza, è necessario intervenire con tecniche di mitigazione per ridurre l’esposizione. Tra le soluzioni più comuni ci sono:

  1. Migliorare la ventilazione: un sistema di ventilazione adeguato può contribuire a diluire la concentrazione di radon all’interno degli edifici. Nei casi meno gravi, l’installazione di finestre o ventilatori aggiuntivi può ridurre notevolmente i livelli di radon.
  2. Sigillare le crepe e le fessure: poiché il radon si infiltra attraverso fessure nelle pareti o nei pavimenti, sigillare queste aperture può aiutare a limitare l’ingresso del gas. Tuttavia, questa misura da sola potrebbe non essere sufficiente in presenza di livelli elevati.
  3. Sistemi di depressurizzazione del suolo: questa è una delle tecniche più efficaci per ridurre il radon all’interno degli edifici. Consiste nell’installare un sistema che crea una leggera depressione sotto le fondamenta, impedendo così al gas di risalire attraverso il pavimento. Questi sistemi devono essere progettati e installati da professionisti esperti.
  4. Ristrutturazioni e interventi strutturali: In casi estremi, potrebbe essere necessario eseguire lavori di ristrutturazione più invasivi, come la realizzazione di barriere impermeabili sotto la casa o la modifica del sistema di drenaggio per ridurre l’infiltrazione del radon.

Le zone a rischio radon in Italia

L’Italia è caratterizzata da una varietà geologica che rende alcune regioni particolarmente soggette all’infiltrazione di radon. Le aree vulcaniche, come quelle presenti nel Lazio, in Campania e nei territori della zona alpina, sono tra le più colpite. Anche le abitazioni situate in prossimità di giacimenti minerari o cave possono presentare livelli più elevati di radon.

Secondo studi condotti dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, è essenziale monitorare i livelli di radon in queste aree e, se necessario, intervenire con misure preventive.